Reazione alla Perdita
22 Febbraio 2021
Reazione alla Perdita
22 Febbraio 2021
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L'elaborazione del LUTTO


Perdita, lutto ed Emozioni

La perdita fa parte del nostro percorso di vita, non c'è vita senza fine, questo lo sappiamo, ma non sempre riusciamo ad accettarlo e ad ogni modo, le emozioni che proviamo alla perdita di persone care, sono tante e ci sconvolgono, creando spesso disequilibrio e disorientamento.

L'Elaborazione del Lutto

Bowlby fece un parallelismo tra le espressioni di sofferenza manifestate dai neonati all'assenza della propria figura di attaccamento, e quelle dell'adulto che si trova ad elaborare un lutto per la perdita di una persona cara: pianto, disperazione, rabbia, tristezza, sono tipiche di entrambe le situazioni. Egli individuò quattro fasi:


Stordimento e Protesta, fase che investe le ore successive alla perdita fino ad una settimana dalla morte. In questo momento la persona è come se fosse sotto shock, incredula, intorpidita sia nel sentire che nell’agire, solo di tanto in tanto si concede degli scoppi di ira o angoscia e dolore. Si trova così bloccata nel tempo, nelle sensazioni, nelle azioni e tende molto spesso a mettere in atto un meccanismo di difesa chiamato negazione, per proteggersi di fronte ad una realtà al momento sentita come troppo dolorosa per essere tollerata. Entrano nel decorso dell’elaborazione del lutto, l'emozione della rabbia e il desiderio intenso di riavere la persona perduta. E’ soltanto dopo aver compiuto tutti i possibili tentativi (irrealistici) per recuperare chi non c'è più, che si potrà pian piano arrivare all'accettazione di non esserci riusciti e al concedersi di sentire le emozioni relative alla mancanza.

Struggimento e ricerca È qui che la persona inizia a prendere consapevolezza di ciò che è accaduto, nonostante senta un senso di disorientamento, soprattutto se la perdita riguarda una persona che rappresenta un forte punto di riferimento per la propria vita. Ora possono manifestarsi dolori fisici, disturbi del sonno, angoscia, rimuginamenti e stati d'animo ambivalenti, che vanno dall'accettazione all’incredulità. Rabbia e impotenza la fanno da padrone. Espressioni rabbiose verso chi si considera responsabile dell'evento, oppure il destino, persino la persona che “ha abbandonato”, andandosene appunto. Sono frequenti crisi di pianto, collera, persino illusioni sensoriali, ossia la sensazione di vedere la persona tra una folla di gente, di sentirne la presenza, l'odore, le voci.

Disperazione e disorganizzazione, fase in cui più di tutte è necessario esprimere e dare voce al proprio dolore per evitare che rimanga inespresso e crei problemi anche a distanza di anni.

Riorganizzazione finalmente, pian piano, viene ridefinito il sé, si inizia ad accettare la situazione nuova che si è venuta a creare, entrano i progetti e gli investimenti per il futuro. Non viene dimenticata la persona scomparsa, ma ad essa viene concesso uno spazio nel proprio mondo interno, in quello che Bowlby chiama un rifugio di serena nostalgia, luogo in cui poter far ritorno con le proprie emozioni senza abbandonare i nuovi progetti di vita.

Molti studiosi ritengono che per iniziare la fase dell'elaborazione del lutto sia molto importante il rito (funerale) che concede di salutare il/la proprio/a caro/a nonostante questo dia un enorme dolore. Permette di sentire meglio se stessi, accogliersi senza censure o finzioni, ma nella totale autenticità di ciò che si prova per quanto spiacevole e doloroso sia. Purtroppo non sempre il funerale è “sentito”, spesso capita di avere reazioni diametralmente opposte a quelle che ci si aspetterebbe in questo momento: il dolore è forse ancora troppo “pericoloso” per avvicinarcisi, ma di certo il rito aiuta a riprendere un po' il contatto con la realtà e, col tempo, apre a nuove prospettive. Spesso si ha paura del dolore che si prova di fronte alla perdita, ma esso contiene un messaggio assai prezioso, esso definisce la profondità del legame con quell’oggetto d’amore, C'è lutto se c'è stato attaccamento, c'è dolore per il distacco se c'è stata Gioia nella relazione.


"Lo sai che devi fare se non sono insieme a te, ascolta la canzone e tu sarai vicino a me. Ricordami, ora devo andare via, ripensa a me, sentendo questa melodia"
(Remember Me, colonna sonora di Coco)

Quando Chiedere Aiuto

Quando questo comporta un eccessivo disequilibrio (che dura da più di un anno) o emozioni sentite come troppo forti, prepotenti, invalidanti, .
- quando non si riesce in alcun modo ad accettare l’ineluttabilità della morte o quando al contrario ci si sente come congelati in uno stato in cui non si può accedere alla proprie emozioni e non si riesce a continuare ad avere una progettualità di vita.

In tutti questi casi, sarebbe auspicabile chiedere aiuto ad un professionista che possa accogliere e fungere da supporto per affrontare questa fase della propria vita e, se necessario, ristrutturare immagini, rappresentazioni e fantasie su se stessi, la persona perduta e, con essa, le aspettative e gli obiettivi del proprio vivere.

Bibliografia
Bowlby, J. (1983), Attaccamento e perdita, Vol.3, Boringhieri, Torino.
Di Caro S. ( 2017), La psicoterapia del distacco. Dinamiche intrapsichiche, funzionamenti familiari e trattamento del lutto in terapia relazionale, Alpes Italia srl, Roma.

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