Tutti i protagonisti degli esempi riportati sentono la necessità di sperimentare la vicinanza agli altri, il vivere situazioni sociali, il desiderio di sentirsi parte del gruppo, ma partendo da un’immagine inadeguata di se stessi, temono fortemente il rifiuto dell’Altro/a, per cui al presentarsi di piccoli cambiamenti neurovegetativi, la loro attenzione si sposta sul proprio sentirsi a disagio e sulla rappresentazione di sé come indesiderabili, poco attraenti, noiosi, inadeguati, incapaci.
Tutto questo porta ad evitare con accuratezza tutte le situazioni sociali in cui ci si sente esposti ad una rievocazione dell’immagine di sé non piacevole, ma se ciò allevia temporaneamente la sensazione ansiosa, col tempo, contribuisce ad alimentare e cronicizzare la percezione d’inadeguatezza ( Crozier, Salden, 2001).
Sono persone però che fuori dalle situazioni sociali in cui è richiesta una sorta di performance sono capaci, hanno grandi qualità. Un musicista suona perfettamente il pianoforte, ama farlo e gli riesce bene, ma in pubblico più che godersi l’attività che sta svolgendo, la sua attenzione va sugli altri, che sicuramente lo giudicheranno inadeguato, sui conseguenti sintomi neurovegetativi e sulla ovvia successiva performance scadent,e che non fa che confermare la sua immagine non positiva di se stesso, quindi arriva l’evitamento, smette di suonare in pubblico. Ecco che l’ansia diviene una Fobia.